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Iris Italia - Assistenza a Domicilio | Risonanza Magnetica Funzionale: possibile diagnosi precoce per l’autismo

 12 Giu 2017

Con la risonanza magnetica funzionale, eseguita sui neonati di 6 mesi con un alto rischio di autismo, potrebbe precisare chi tra loro esibirà la sindrome di autismo entro i 2 anni di età

Si evince da uno studio americano, condotto su un campione di circa 59 neonati aventi uno o più fratelli o sorelle maggiori in famiglia con problemi autistici. Questi bambini neonati, secondo i ricercatori, sviluppano un rischio superiore di 20 volte rispetto al resto della popolazione. La sindrome dell’autismo manifesta la sua comparsa, con comportamenti ripetitivi e problemi sociali, intorno ai 2 anni di età ma è diagnosticabile soltanto intorno ai 4 anni. La risonanza magnetica funzionale,  permetterà di prevedere in anticipo lo sviluppo di questo requisito, consentendo ai medici di iniziare una terapia precoce, nel momento in cui il cervello è più malleabile.

Durante lo studio, è stato chiesto ai genitori dei neonati partecipanti allo studio, di sottoscrivere un questionario riportante la presenza o meno di comportamenti ripetitivi e, inoltre, sono state valutate dagli studiosi, le abilità motorie e di linguaggio, i comportamenti di comunicazione e sociali, dei bambini partecipanti, con il risultato che 11 bambini su 59 sono risultati positivi all’autismo. Confrontando successivamente i test cognitivi registrati a 6 mesi comparandoli con quelli effettuati a 2 anni, si è riscontrata la possibilità di diagnosticare precocemente l’autismo in 9 bambini su 11.

Con questa ricerca, si evince che alcune alterazioni cerebrali, sono in grado di segnalare la presenza di autismo, ancora prima che la limitazione si manifesti in modo clinico.



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